Colin Hicks, una figura che ha avuto il suo momento di popolarità in Italia quando fu scritturato da Davide Matalon per la Broadway, etichetta che in quello stesso periodo aveva fatto uscire i dischi di una certa Baby Gate. A questo punto non si può fare a meno di spiegare chi è e come arriva da noi questo ragazzo dai grandi incisivi e dal ciuffettone biondo.
Colin nasce a Londra nel 1941; nel 1956 comincia a girare il mondo imbarcandosi su una nave mercantile come marinaio. L’anno dopo, a soli sedici anni esordisce come cantante e stupisce il pubblico esibendosi in un locale di Città del Capo in Sudafrica, proprio mentre suo fratello maggiore Thomas emerge in patria come cantante di rock’n’roll, con il nome di Tommy Steele.
Tornato a Londra, Colin viene messo sotto contratto dalla prestigiosa Pye Records, con la quale realizza nel 1957 tre 45 giri: Empty Arms Blues, La Dee Dah e Jambalaya. La casa discografica spera di fare il colpo come con Petula Clark e con Lonnie Donegan, ma il ragazzo non vende. Colpa del genere di musica troppo simile a quello di suo fratello? Fatto sta che il suo impresario gli consiglia di tentare la fortuna all’estero e gli procura alcune scritture in Italia dove, accompagnato dal suo gruppo “The Cabin Boys”, viene notato da Matalon che subito lo destina alla sua scuderia e nei primi mesi del 1958 gli pubblica un EP con quattro cover di pezzi che di lì a poco diventeranno dei classici del genere: Johnny B. Goode, Mean Woman Blues, Tutti Frutti e Whole Lotta Shakin’ Goin’ On.
Il personaggio decolla grazie a una fortunatissima esibizione, nel maggio del 1958, al Sistina di Roma come “spalla” dei Platters, che erano allora al massimo della popolarità. I giornali dell’epoca parlano dell’«Elvis Presley inglese», dello «stile sincopato» e della sua scatenata performance ai limiti dell’acrobatico, che il regista Blasetti vorrà riproporre nel film “Europa di notte”. Di qui parte una carriera tutta in discesa, con un rinnovo contrattuale di ben tre anni e con partecipazioni televisive e cinematografiche che gli danno una buona visibilità. Assieme a Mina e a Adriano Celentano compare nel cast di “Juke Box… Urli d’amore”, dove canta Giddy-Up-A-Ding-Dong e Hangin’ Around, contenute in uno dei due 45 giri che il Vampiro ci propone oggi. L’altro disco, inciso più o meno nello stesso periodo, contiene invece Rock And Roll Shoes e Oh Boy.Colin si stabilisce in Italia e si sposa; con i suoi Cabin Boys partecipa alla realizzazione di Capatosta Sweet, un 45 giri che Connie Francis proporrà al pubblico italiano nello show “Il signore delle ventuno” condotto da Ernesto Calindri. Continua l’uscita di 45 giri e di EP che pescano nello sterminato repertorio di pezzi rock, con qualche concessione anche alla lingua italiana (la sua versione di Impazzivo per te, ad esempio, uscirà su flexy come allegato alla rivista “Il Musichiere”). Nel 1961 scade il contratto con la Broadway e Colin torna a casa. Cercherà di rifare capolino in Italia due anni dopo, ma ad appena ventitré anni sembra essere già un po’ “lesso”. Lo accompagnano sempre i Cabin Boys ma, sperando che non se ne accorga nessuno, la formazione è completamente nuova: sono dei ragazzi che prima si facevano chiamare Shel Carson Combo e che non sono altro che i futuri Rokes.
da: http://cverdier.blogspot.it/2009/03/colin-hicks-giddy-up-ding-dong-1959-oh.html
Colin Hicks & The Cabin Boys were a British rock and roll band, led by Colin Hicks, the younger brother of singer Tommy Steele.
Grazie per questo servizio su Colin Hiks ,gradirei sapere ad oggi nuove notizie su questo cantante